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venerdì 12 settembre 2008

Poetar cantando al Festival di Borbona

Io che vi sto per dar l'informazione
invito tutti quanti a prender parte
al festival che sempre con emozione
permette di lodare una bell'arte.
Si tratta di poetar con attenzione
senza tener le penne nè le carte,
ma quello che è importante è una vociona,
e l'entusiasmo di star qui a Borbona.

Immaginate la fatica di quei poeti, che senza prove, fogli o penne, riescono in pochi secondi a creare una poesia. Si tratta del canto a braccio, una forma di arte tanto in voga, un tempo, tra i pastori dell'Italia centrale, che per ingannare il tempo, come nelle Bucoliche, si sfidavano a suon di rime sui temi più disparati, dalla mitologia al quotidiano, rispettando uno schema compositivo ben preciso, costituito da strofe di otto versi (ottave di endecasillabi), con rime ABABABCC (1-6 alternata; 7-8 baciata).
Questa f
orma di poesia estemporanea sarà al centro di un Festival che si svolgerà dal 12 al 14 settembre a Borbona, piccolo centro del reatino, tradizionalmente votato a questa forma d'arte.
Il progetto, curato dal direttore artistico Mauro Chechi, un vero menestrello maremmano, si inserisce in un contesto di rivalutazione della cultura popolare italiana, ma, proprio per la sua specificità e per la sua originalità, la kermesse borbontina, riscuote, ogni anno, un clamoroso successo e questa terza edizione si preannuncia già ricca di sorprese. Oltre agli spettacoli, in questi giorni Borbona ospiterà anche una apposita scuola per gli aspiranti poeti, che potranno apprendere almeno la tecnica per cercare di comporre un'ottava in pochissimo tempo.
La musicalità, propria di ogni artista, arricchisce, in fascino, quest'arte, che gli interessati potranno conoscere in modo più chiaro e dettagliato attraverso il sito
www.cantoabraccio.it.

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