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lunedì 23 dicembre 2013

Natale 2013

Il Natale è la Notte dei Tempi che si rinnova ogni anno. La sua alba è futuro.

A tutti voi, giunga l'augurio di vivere giorni nuovi, illuminati dalla speranza e colorati dalla serenità.

Greccio (Rieti), luogo del Primo Presepe del Mondo



sabato 14 settembre 2013

Il mio nuovo blog sul Mondo che cambia

Cari Amici, 
vi invito a visitare il mio nuovo Blog. Si chiama Nota a margine e potrete leggerlo collegandovi al sito www.notaamargine.wordpress.com. Come recita il sottotitolo, si tratta di un Diario di un'era complicata e nasce con l'intenzione di offrire un nuovo punto di vista in merito ad un periodo storico difficile in cui le nuove idee possono essere salvifiche e risolutive. Almeno questo è il mio proposito, questa è la mia speranza. Spero di costruire, attraverso questo nuovo strumento di informazione, un'ulteriore occasione di confronto e di dibattito. Ed è per questo che vi esorto a seguire e commentare i vari post.
Gli eredi di Vespasiano, ovviamente, resterà più vivo e vitale che mai, assumendo, però, una linea editoriale squisitamente dedicata a temi culturali e letterari, al Cicolano e al mio libro, da cui prende il nome. 

sabato 31 agosto 2013

Ricordando il Card. Martini, Intellettuale della Spiritualità

Un anno fa ci lasciava il Card. Carlo Maria Martini, già Arcivescovo di Milano, Uomo di profonda Cultura e di grandissima Fede.




Con i suoi occhi, azzurri e profetici, riusciva a guardare lontano...
Attento ai problemi della gente comune e sensibile alle sfide dell'intera Umanità, analizzava il mondo, la vita, la storia e le Scritture con apertura mentale, grazia innata ed umiltà intellettuale, illuminato da un'intelligenza finissima e avvolto da una spiritualità alta, autentica, vera.

sabato 10 agosto 2013

Le idee di "Caio" tra i verdi monti del Cicolano

All'inizio sembrava tutto compromesso dalle previsioni meteo, che da giorni "minacciavano" precipitazioni intense e continue sul Centro Italia. Invece anche il sole ha voluto assistere al Dibattito sul libro La vera casa di Caio, regalando una piacevolissima serata, piena di armonia.
E' stato un vero successo il primo evento de "Il Giardino Socratico", ciclo di manifestazioni promosse dalla Prof.ssa Mariachiara Durastante, che venerdì 9 agosto ha gentilmente aperto la sua magnifica villa di Sant'Elpidio (con vista sulla vetta del Velino) ai diversi ospiti convenuti da ogni angolo del Lazio per discutere di politica, corruzione della classe dirigente e utopia.
L'input è stato offerto dalle tematiche affrontate ne La vera Casa di Caio (Aletti Editore), vero e proprio pamphlet poetico scritto nel 2006 dalla Prof.ssa Maria Antonietta Coccanari de' Fornari, Docente di Psichiatria alla "Sapienza - Università di Roma", scrittrice, giornalista e critico cinematografico, presente all'incontro.
Questo romanzo è oggi uno strumento di grandissima attualità: profetico all'epoca della sua pubblicazione, affronta con puntualità le avventure e le idee del teorico-politologo Caio Argentali di Roccarmasina, che con largo anticipo predicava già alcuni decenni fa concetti ripresi oggi da chi vorrebbe rivoluzionare lo scenario politico.
Sono stati diversi gli interventi seguiti all'introduzione che ho tenuto sui contenuti del romanzo: chi per esperienza politica, chi per convinizioni personali, tutti i partecipanti al dibattito hanno messo in luce la necessità di cambiare la politica, poiché stanchi della competenza e della trasparenza non sempre "smaglianti" di alcuni esponenti della classe dirigente.
E' stato interessante, per chi ha assistito, constatare come tante persone, appartenenti a varie correnti di pensiero, si siano ritrovate unite nella condivisione di un'idea: nobilitare le risorse di un Paese, nell'ottica della valorizzazione di un nuovo umanesimo, che permetta la rinascita dopo il buio della crisi economica, sociale e dei valori che non ha risparmiato l'Italia. Ma tutto questo è destinato a rimanere un'utopia?
Un momento del dibattito nel Giardino Socratico di Villa Durastante.
Al tavolo, la Prof.ssa Mariachiara Durastante (a sn.) e la Prof.ssa Maria Antonietta Coccanari de' Fornari (a dx.)

Dopo l'incontro, la padrona di casa, Prof.ssa Mariachiara Durastante, ha voluto generosamente e cordialmente offrire un rinfresco a tutti i convenuti: anche questa è stata una bellissima occasione per continuare a discutere di letteratura e politica in uno spirito conviviale di amicizia e di amore per la cultura, coronato dalla bellezza del paesaggio circostante. 

martedì 30 luglio 2013

Un giardino pieno di idee nel cuore del Cicolano

In arrivo una bellissima iniziativa per tutti gli amanti della letteratura e della cultura nella Valle del Salto. 
Grazie alla felice e generosa intuizione della Prof.ssa Mariachiara Durastante, insegnante romana di casa nel Cicolano, a partire da questa estate ci sarà l'occasione di scambiare opinioni e idee culturali all'ombra del maestoso tiglio che si staglia alto nel grande giardino della signora a Sant'Elpidio di Pescorocchiano (RI).
Sarà un percorso in cui avrò l'onore di partecipare attivamente come coordinatore ed organizzatore. L'obiettivo? Portare nel cuore della Valle i grandi temi politici, economici, sociali, letterari e discuterne liberamente insieme.
Il ciclo di incontri, denominato "Il Giardino Socratico nella Valle del Salto" sarà un'occasione per ricreare una dimensione intellettuale e di dialettica tra le verdi alture del territorio. Ospiti d'onore saranno tutti i giovani del posto, che potranno dire la loro a personalità del mondo della cultura, della scienza e della politica, invitati di volta in volta.
Il logo della manifestazione


Ad inaugurare la serie di eventi, sarà la Prof.ssa Maria Antonietta Coccanari de' Fornari, Psichiatra della "Sapienza" di Roma, scrittice, giornalista e critica cinematografica. 
Venerdì 9 agosto alle ore 18.00 sarà presentato il suo ultimo romanzo, La vera casa di Caio (Aletti Editore), un vero e proprio "pamphlet poetico", che anticipa, tra le righe di una storia avvincente, il fenomeno della "rivoluzione" della politica (italiana) nei suoi contenuti e nelle sue forme. L'utopia è il filo conduttore dell'esperienza del protagonista, già ampiamente descritto nella mia Recensione del romanzo, che potete trovare cliccando su questo link.
Chi desidera partecipare alla Presentazione del libro, a cui seguirà un ampio dibattito pubblico sui temi affrontati nella narrazione, può rivolgersi direttamente a me scrivendo un'email all'indirizzo: eredi.vespasiano@gmail.com.

sabato 6 aprile 2013

Appello: Ricostruire è un dovere morale


Alla luce della drammatica situazione urbanistica in cui versano L'Aquila, l'Emilia, ma anche Palermo, l'Irpinia ecc. non sarebbe forse il caso di sbloccare gli ingenti fondi già destinati ma inutilizzabili a causa del Patto di Stabilità? In tal modo si riuscirebbe forse ad attuare quel recupero sacrosanto di cui l'Italia ha bisogno come ossigeno. Inoltre si creerebbero posti di lavoro, l'unico motore dello sviluppo sociale. Bisogna rimettere in piedi questo circolo virtuoso all'insegna dell'occupazione, altrimenti di che Belpaese vogliamo parlare?

Ricostruire L'Aquila, e restituire agli Aquilani il Centro Storico, simbolo di identità e orgoglio, è semplicemente un DOVERE MORALE.



venerdì 5 aprile 2013

L'Aquila, quattro anni dopo

IMMOTA MANET


Ricordiamo e speriamo

domenica 24 marzo 2013

Le idee rivoluzionano davvero la Storia dell’Uomo?


Commento a La vera casa di Caio di Maria Antonietta Coccanari de’ Fornari

Mi è difficile immaginare il protagonista di questa storia vestito con il classico abbigliamento tipico della sua Sicilia: coppola, camicia, giacca e panciotto. Questo perché Caio Argentali di Roccarmasina, nobili genere natus, siciliano classe 1929, è in realtà un personaggio fuori dal tempo e fuori dallo spazio convenzionalmente intesi. Egli vive la sua vita nutrendosi di arte, di passioni ma soprattutto di idee: è teorico e fondatore del M.M.U.U., Movimento Mondiale per l’Umanizzazione dell’Umanità, e lotta idealmente, soprattutto con le armi dell’eloquio, per abbattere la società fondata sull’alienazione auspicando il raggiungimento di una organizzazione non alienante con i tratti del modello comunistico-primitivo. Legge Marx, per un soffio non incontra Che Guevara, ma non è un esponente del Partito Comunista. Caio è molto di più. Caio è un utopista.
Vanta origini aristocratiche, addirittura sostiene di discendere da Carlo Magno per parte di madre, e questo non è casuale: è un brillante richiamo al grande sogno di un’Europa e di un Mondo uniti per il bene dell’Uomo, che è a tutti gli effetti il grande coprotagonista del romanzo. E Caio, che conosce alla perfezione le esperienze della vita umana, soggiornando «quando in hotel lussuosi, quando sbattuto negli orrori delle stazioni» (p. 13) di certo non può deludere le aspettative dell’Imperatore medioevale, che arriva a definire nonno come in procinto di affidarsi ad una sua protezione e ad una sua adozione spirituale. Del resto sarebbe in possesso di un anello appartenuto al grande sovrano, ma tutto ciò si confonde con la leggenda, che permea l’intera vita di Caio, la cui nascita, avvenuta misteriosamente in una grotta sui monti siciliani, sembra più un dettaglio letterario di Esiodo o di Eschilo che di Pirandello.
Eppure Caio conosce bene il Novecento, predica con larghissimo anticipo concetti che avrebbero costituito l’essenza stessa della grande crisi finanziaria, economica e sociale che dal 2007 flagella il Mondo e che vede sempre più alla ribalta ogni tipo di teorici e predicatori.
Il testo, dallo stile elegantissimo, è la perfetta fusione tra intreccio narrativo, contenuti storico-socio-politici validamente provati e riferimenti coltissimi che mostrano, in tutta la sua bellezza, l’ampia sensibilità e la profonda conoscenza dell’Autrice su tematiche relative all’arte, alla scienza e alla dottrine economico-sociali. Del resto appaiono chiari gli elementi autobiografici che la Professoressa Maria Antonietta Coccanari de’ Fornari ha inserito in questo piccolo capolavoro: dalle origini aristocratiche alla condivisione del pensiero di Alfred Adler, l’allievo ribelle di Freud, probabilmente fonte di ispirazione per la Scrittrice.
Tornando alla trama, variamente intrecciata ma mai difficile da seguire, risulta utile anticipare come Caio tenti di realizzare il suo utopico progetto idealistico-politico, costruendo sette case in sette parti del Mondo, ambasciate del sapere che diventano, nella loro stravaganza, catalizzatori culturali di diffusione del suo messaggio politico.
La prima ad essere eretta è una «casa di sghembo» costruita sulle ceneri dell’antico palazzo baronale di famiglia nella terra natìa. La Sicilia di Caio è un’isola ben diversa dalla tipica immagine mediterranea, fatta di sole, marzapane e profumo di limoni. È uno spazio dal sapore mitologico e dal gusto classico, che nulla ha a che vedere con i luoghi di Sciascia. È un paradiso «dal cielo color mare e dal mare color cielo» (p.17), dove comizi cittadini e riunioni «simil-massoniche» si svolgono tra le rovine greche di un labirinto sotterraneo. Ma Caio, disgustato dalla «disumanità del mondo umano» (p.16) va oltre il mare a portare le sue parole e, come un novello Enea, eccolo arrivare in Etiopia, dove in cerca di seguaci, ha occasione di conoscere e praticare l’amore. «Insieme agli altri non fa paura neppure la morte» (p.36) sostiene e per questo cerca di coinvolgere perfino i placidi tibetani, gli abitanti di una terra dove la tranquillità sembra turbata dalla stessa presenza del politologo siciliano in netta contrapposizione di opinioni con l’artista Emilio Gamberani, il vero antieroe del romanzo. Nella fredda Svezia, Caio costruisce una quarta casa e il gelo dell’aria e delle onde del Baltico rappresenta uno stimolo a riappropriarsi della tendenza al realismo. Diviene critico Caio. È per questo che nella successiva tappa, a New York, decide di contribuire fattivamente alla costruzione di un archivio cartaceo, attraverso un lavoro «matto e disperatissimo», che rappresenta una prima artigianale opera anagrafica dell’intera umanità. In Sudamerica conosce il computer e il dissenso. Nel Pacifico, in un’isola dal nome impronunciabile, il vero Amore.
Caio ha costruito diverse case e ha vissuto come una staffetta per «evangelizzare» tutte le terre del Mondo. Che non riconosca in nessuna di queste la sua vera patria? L’Italia, di certo, è ancora importante; a Roma vive un nipote, Angelo, che abita a due passi dalla statua di Giordano Bruno, altro rivoluzionario della Storia. Ma Caio va oltre. Dopo averle viste tutte scopre che la sua vera casa è la coscienza, intesa più come consapevolezza di sé che come tribunale interiore. «È chiaro che la coscienza è la mia vera casa. E ciascuno trovi in essa la sua» si legge a pagina 100.
La vera casa di Caio è un romanzo dove le sole idee creano avventura. È un libro che parla di Umanesimo, opponendosi all’immagine della Firenze del Quattrocento per tendere alla fantascienza improbabile di Asimov e Orwell. Del resto, pur essendo reali e tangibili i problemi descritti con minuzia quasi profetica, appare sbiadito il tratto spazio-temporale della realtà. La stessa Autrice ammette di aver parlato di un «mondo che non c’è».
Stilisticamente è da apprezzare l’anafora delle aggettivazioni che rendono benissimo le immagini. E, in conclusione, desidero definire l’opera mutuando le parole dello stesso protagonista: si tratta di un racconto «bellissimo come inverosimile». Ci insegna che cosa si intenda per utopia. Caio è un utopista, Caio è un sognatore che compie un nòstos, un ritorno alla vera origine e al vero significato ontologico dell’Uomo, mentre noi, hic et nunc, siamo soltanto nel bel mezzo del viaggio.


Matteo Di Vincenzo


Maria Antonietta Coccanari de' Fornari, La vera casa di Caio, Aletti Editore, Villanova di Guidonia 2006, pp. 109, € 14,00

mercoledì 20 marzo 2013

"Il vero potere è il servizio"


Francisco, ànimo y ternura!